Ecologia

Si sente molto parlare di ecologia in questi ultimi anni, ma cosa si intende davvero per ecologia e fibre “ecologiche”?
Questo termine è stato utilizzato più volte nelle campagne di marketing per incentivare l’acquisto di fibre che spesso di ecologico hanno ben poco.
Penserete che stiamo manipolando il concetto solo perchè siamo di parte, ma vediamo nel dettaglio dal punto di vista tecnico cosa significa questa parola.

Partiamo da un esempio che riguarda fibre come il cotone e la lana, che tutti pensano essere le più naturali sul mercato.

Iniziamo dal primo: IL COTONE

Il processo di lavorazione del cotone richiede numerosi processi di sbiancatura prima di essere utilizzato e indossato. Inoltre, il cotone viene tinto dopo essere stato lavorato, ciò porta ad avere delle perdite di colore durante i lavaggi con conseguente rilascio di coloranti nelle acque di scarto (altamente inquinanti anche perchè alcuni coloranti contengono veleni ad esempio il cianuro).

LA LANA
Nondimeno anche la lana subisce numerosi lavaggi, con conseguente utilizzo di litri e litri di acqua per poter ottenere un capo indossabile a pelle senza provocare irritazioni. Anche in questo caso ci sono acque di scarto che ne raccolgono gli elementi.

IL POLIPROPILENE
A questo punto vi chiederete: “ma allora il polipropilene che differenza ha? Più naturale della lana non c’è niente!”
Ebbene vi state sbagliando. La produzione di questa fibra é assolutamente la più ecologica! Infatti non dà adito a nessun tipo di inquinamento, nè chimico nè termico.

Per il polipropilene non c’è consumo di acqua durante la produzione ed è per questo motivo che può essere definita una fibra ecologica. Il colore viene dato all’origine del processo, nel momento in cui si produce il filo, tramite utilizzo di pigmenti non solubili in acqua e nemmeno nei principali solventi. Si ottiene quindi un capo che non stinge (non perde il colore) durante i lavaggi e che quindi oltre a non colorare i capi che laviamo insieme in lavatrice, non colora nemmeno le acque di scarto.

Filato di Polipropilene

Ovviamente ci sono scarti anche nella filatura del polipropilene, ma sono sempre riciclabili.

Filato di Polipropilene utilizzato da Liod

Per la produzione del Polipropilene, inoltre, non vengono usati nè solventi nè acidi, spesso usati invece per tessuti in viscosa triacetato, nylon e poliestere.

Un altro punto, non meno importante, è il consumo di detergente: minore detersivo equivale a spendere meno denaro nella spesa settimanale e soprattutto ad un inquinamento delle acque inferiore. Si pensi che il processo di “pulizia” dell’acqua dai detersivi è uno di quelli più onerosi e difficili da affrontare.

E’ un materiale che si può lavare a temperature basse (30° o 40° sono più che sufficienti per ottenere un capo pulito), ma è molto resistente anche ad alte temperature (arriva fino a 60°, importante soprattutto per il settore sanitario/medicale).




Low carbon footprint
Il polipropilene è 100% riciclabile.

Polipropilene riciclabile


Quello del riciclaggio è un altro aspetto fondamentale: infatti tutti i manufatti di polipropilene possono essere riciclati al 100%. E' anche per questo che molte grosse case automobilistiche si sono indirizzate verso l'utilizzo di questa fibra anche per i tessuti interni all'automobile, interni delle portiere, sedili, ecc. I cruscotti e altre parti rigide sono già in polipropilene.
Un altro aspetto è la facilità di lavaggio a basse temperature: quando lavate i capi in polipropilene provate a utilizzare la metà del detersivo che utilizzate normalmente e usate una temperatura di lavaggio molto bassa. Otterrete degli ottimi risultati, scaricherete meno detersivo nelle acque di scarto e consumerete meno energia.

Ogni piccola azione contribuisce ad aiutare il nostro pianeta e noi stessi.


Mascherine usa e getta

A causa del Covid 19 ci siamo dovuti attrezzare di mascherine, molti utilizzano mascherine usa e getta anche in situazioni ed ambienti che non le richiedono.
E’ stato stimato che circa 94 milioni di mascherine usa e getta vengono buttate ogni giorno (Fonte: Environmental Journal).
Vi chiederete allora come poter contrastare questo utilizzo intenso di mascherine e guanti che sono diventati ormai indispensabili nella vita quotidiana.

Mascherina chirurgica

Le mascherine “casalinghe” create con stoffa ricavata da lenzuola o abiti inusati erano fondamentali nella prima fase della pandemia, quando in emergenza ci si attrezzava velocemente per avere una soluzione.
Liod ha iniziato proprio a Febbraio 2020 la produzione di mascherine in Polipropilene, lavabili e riutilizzabili. Lo scopo principale era quello di fornire una protezione in grado di coprire la richiesta proveniente da persone civili.


E’ importante evidenziare che il virus del Sars-Cov-2 permane sulle superfici e sugli oggetti per diversi giorni se questi non vengono sanificati (Fonte: The New England Journal of Medicine). Quindi anche le mascherine usa e getta sono potenzialmente contaminate.
Le mascherine essendo riutilizzabili più volte, permettono di dare “maggior respiro” al pianeta, che ancora oggi si ritrova ad avere una potenziale minaccia per falde acquifere, mari, montagne, boschi, nonchè città (Fonte: Greenpeace) invase da mascherine e guanti.

Per poter dare il nostro contributo possiamo agire localmente, dal piccolo, acquistando con coscienza e ricercando eticità nelle aziende alle quali ci affidiamo.


Liod ha sempre avuto un occhio di riguardo per l’ambiente e già da anni effettuiamo scelte sostenibili:
- utilizziamo imballi riciclati e riciclabili
- utilizziamo carta, plastica e confezioni di imballo al massimo della loro vita utile prima di gettarli
- effettuiamo la raccolta differenziata e la incentiviamo tra i nostri lavoratori
- la maggior parte delle pulizie avviene tramite vapori
- scegliamo detersivi non aggressivi e con confezioni ricaricabili
- nel periodo di 15 mesi abbiamo diminuito le stampe su carta del 65% (febbraio 2020-aprile 2021)
- incentiviamo la condivisione di informazioni tramite i canali digitali
- prediligiamo le stampe in bianco/nero
- grazie all’installazione di asciugamani ad aria calda evitiamo l’utilizzo di carta usa e getta
- posizioniamo il riscaldamento ad una temperatura adeguata: ciò aiuta a salvaguardare la salute dei lavoratori e allo stesso tempo l’ambiente da eccessive emissioni
- abbiamo gradualmente sostituito le vecchie luci industriali che avevano raggiunto il  termine, con impianti di luci al LED
- utilizziamo prese con lo spegnimento centralizzato negli orari non lavorativi
- da anni abbiamo luci crepuscolari che si attivano solo se necessario
- il giardino e le piante intorno all’azienda contribuiscono a generare ossigeno
- chi ha la possibilità di spostarsi con mezzi ecologici ne approffitta, ovviamente quando il clima valtellinese lo permette ;)